Valori troppo bassi o elevati di glucosio nel sangue sono indice di diabete. Il glucosio è il principale zucchero contenuto nel sangue. La sua origine è nei cibi ingeriti. E’ la principale fonte di energia dell’organismo. Il sangue trasporta il glucosio a tutte le cellule del corpo per il loro fabbisogno energetico.
La glicemia indica i livelli di glucosio nel sangue: normalmente è a valori minimi, quando ci si alza la mattina e tende ad aumentare dopo i pasti, per un paio di ore circa. L’assunzione di alcolici causa un aumento iniziale dello zucchero nel sangue, seguito tendenzialmente da una caduta dei valori. Anche alcuni farmaci possono aumentare o ridurre i livelli del glucosio. Livelli anomali di zucchero nel sangue possono essere indicativi di patologie, un valore persistentemente elevato viene detto iperglicemia, mentre il termine ipoglicemia identifica i livelli troppo bassi.
Come si fa a sapere se si ha il diabete
Per la diagnosi di diabete deve verificarsi una qualunque di queste condizioni:
1) Se due test glicemici consecutivi, eseguiti a digiuno, danno risultato uguale o superiore a 126 mg/dl.
2) Sia rilevato un qualunque rilievo glicemico maggiore di 200 mg/dl.
3) Si esegua un esame A1c (un semplice test del sangue che permette di avere la media trimestrale della glicemia) che dia un risultato uguale o maggiore a 6,5% (48 mmol/mol).
4) Sia rilevato un test orale di tolleranza al glucosio da 75 g (la “curva da carico”) con un qualunque rilievo, a due ore di distanza, superiore al valore di 200 mg/dl.
Che cos’è il pre-diabete
Si parla di pre-diabete quando il soggetto ha un rischio elevato di sviluppare il diabete. Prevenire o ritardarne l’insorgenza è possibile. Ad esempio aumentando l’attività fisica, rispettando un’alimentazione sana e mantenendo il giusto peso. Il pre-diabete si verifica quando la glicemia a digiuno sia pari a 100-125 mg/dl. In questo caso si parla di alterata glicemia a digiuno o impaired fasting glucose (IFG). Altro caso è quando la glicemia, due ore dopo aver assunto glucosio, sia compresa nei valori tra 140-199 mg/dl. In questo caso si parla di ridotta tolleranza al glucosio o impaired glucose tolerance (IGT). Infine, se il valore HbA1c è pari a 42-48 mmol/mol (6,00-6,49%).
Controllo del glucosio nell’urina
I controlli del glucosio nell’urina sono meno accurati di quelli effettuati con il prelievo di sangue. Ecco perché questi ultimi sono da preferire e quelli effettuati tramite l’urina da effettuare solo se quelli ematici non sono possibili. I controlli tramite l’urina dei chetoni, però, sono importanti se il diabete è fuori controllo, o in caso di malattia. Ecco allora che un soggetto con diabete dovrà imparare a eseguire la ricerca dei chetoni nell’urina.
Da cosa è causata l’ipoglicemia
L’ipoglicemia è un basso livello di glucosio o zucchero nel sangue. E’ la condizione in cui il glucosio scende al di sotto dei livelli normali. I farmaci usati per la terapia del diabete (insulina, sulfoniluree e biguanidi) sono le cause più frequenti di ipoglicemia. Il rischio è maggiore in soggetti diabetici che abbiano mangiato meno, fatto più attività fisica o assunto alcolici più del solito. Tra le altre cause di ipoglicemia, ci sono insufficienza renale, alcuni tumori, malattie del fegato, l’ipotiroidismo, l’inedia (grave malnutrizione), errori congeniti del metabolismo, gravi infezioni, ipoglicemia reattiva e varie droghe tra cui l’alcool. L’ipoglicemia può insorgere in neonati altrimenti sani che non siano stati alimentati per qualche ora. Il livello di glucosio che definisce l’ipoglicemia varia ad esempio per i soggetti diabetici (va tenuto sotto controllo un livelli sotto 70 mg/dl) e per i neonati: in questi ultimi casi, livelli inferiori a 40 mg/dl o a 60 mg/dl, indicano ipoglicemia.
Nei soggetti diabetici la regola numero uno è seguire un regime alimentare corretto. Anche l’attività fisica e l’assunzione di farmaci sono da tenere sotto controllo. Si raccomanda poi di misurare la glicemia in tutti i casi in cui si avverta un abbassamento dei livelli di glucosio nel sangue. Non tutti i pazienti diabetici si rendono conto di essere vicini a un episodio di ipo o iperglicemia: in questi casi è opportuno eseguire frequentemente il test. L’ipoglicemia si tratta semplicemente assumendo cibi ricchi di zuccheri non trattati o di destrosio. L’integrazione può avvenire anche con un’iniezione di glucagone.
Segni e sintomi di ipoglicemia
I sintomi e manifestazioni di ipoglicemia possono essere effetti dipendenti dagli ormoni controregolatori (epinefrina/adrenalina e glucagone) attivati dalla caduta del glucosio o effetti neuroglicopenici per la riduzione del glucosio cerebrale. Le conseguenze possono essere tremori, ansia e nervosismo, palpitazioni, tachicardia. Ma anche sudorazione, sensazione di caldo (effetto muscarinico simpatico piuttosto che adrenergico), pallore, sudorazione fredda, pupille dilatate (midriasi), fame, borborigmi nausea, vomito, fastidio addominale, cefalea, disforia, depressione, pianto, preoccupazioni esagerate, parestesie, irritabilità, aggressività, combattività, rabbia, variazioni della personalità, labilità emotiva, debolezza, apatia, letargia, fantasticherie, sonno, confusione, perdita della memoria, senso di stordimento o vertigini, delirio.
Come fare per prevenire l’iperglicemia grave?
Ci sono modi semplici per ridurre il rischio di cadere in crisi iperglicemiche. Prima di tutto va monitorato il livell0 glicemico con l’automonitoraggio della glicemia. Ma grande attenzione va anche prestata al cibo che si assume, in particolare essere consapevoli degli effetti di merende e dolci o carboidrati sui propri livelli glicemici. Seguire alla lettera il proprio programma terapeutico e ricordarsi di assumere l’insulina o altro farmaco per il diabete come prescritto dall’apposito personale sanitario è fondamentale. E poi è importante essere il più possibile attivi: l’attività fisica regolare può aiutare ad arrestare la salita della glicemia. Sarà però necessario confrontarsi con il proprio medico se in trattamento con farmaci: alcuni farmaci infatti possono interferire con i valori glicemici, se associati a un’attività fisica intensa.